Qualche nota dolente, per schiarire le voci
La Governance dell’Università di Padova continua a trascurare le severe critiche avanzate dalla RSU, dal Nucleo di valutazione, dai direttori e da tutto il personale, per l’inconsistenza del nuovo sistema di valutazione e per i continui ritardi nel processo di riorganizzazione.
A dispetto dell’approccio aziendalistico e della vocazione manageriale, infatti, i rinvii, le proroghe e il temporeggiamento continuano a caratterizzare l’azione di questa “nuova” Governance.
Se me lo dicevi prima
Mentre le promesse del 2017 sull’assicurazione sanitaria sono rinviate all’anno prossimo, la Parte pubblica continua a ignorare le proposte della RSU su welfare e buoni pasto, proponendo un’inaccettabile abrogazione dei regolamenti su servizi educativi e benefici economici per i colleghi in difficoltà.
Nel frattempo, i contributi 2018 sono stati posticipati (di rinvio in rinvio) a gennaio 2019, per effettuare non ben precisate “maggiori verifiche”.
Pazienza, insomma, per quei colleghi che avevano programmato i bilanci famigliari confidando su quelle entrate: andrà peggio a chi scoprirà (solo adesso) che “non è stato concesso il contributo”. Come direbbe Iannacci: “se me lo dicevi prima…”.
Piano pianissimo, senza parlar
Come all’apertura del sipario del Barbiere di Siviglia, anche da noi la comunicazione continua a suonare mercenaria, sommessa, lacunosa e tardiva. In particolare, attendiamo l’alba su:
– riorganizzazione dei dipartimenti
– indennità di posizione dei colleghi delle strutture a gestione autonoma
– esito dei ricorsi contro la valutazione (i 90 giorni perentori sono già ampiamente scaduti)
– stabilizzazioni (la ricognizione è iniziata con grande ritardo ed è terminata il 12 novembre: e adesso?)
– assegnazione dei parcheggi dell’area Bo-Storione (prorogata da più di un anno)
– elezioni del Consiglio PTA (sospese a data da destinarsi)
Brava, brava Mariarosa!
Mentre gli incontri con la RSU vengono rinviati di mese in mese (inizieremo a discutere dell’Accessorio 2018 a dicembre!), in questi giorni si tiene a Padova un incontro riservato del network internazionale Humane dove il Prorettore all’organizzazione, il Direttore generale e il suo staff sviolineranno gli eccellenti risultati di questa riorganizzazione infinita.
All’evento non sono stati invitati i direttori degli uffici, i segretari amministrativi e men che meno i capi settore e i collaboratori.
Forse verrà citato nuovamente il sondaggio che “Panorama” pubblica ormai ogni anno, classificando Unipd tra le prime 400 “aziende” dove si lavora meglio (dopo Amazon, però, e dopo altri 15 Atenei italiani…), basato su 1 (una) domanda posta a circa 7 (sic!) dipendenti per azienda (gli stessi magnifici sette presenti all’incontro?).
Nessun dorma!!!
E’ giunta l’ora di cambiare musica, di abbandonare la farsa dei proclami e delle autocelebrazioni (lasciamo a Mina il merito di dirsi Brava!), per guardare in faccia la dura realtà e fare autocritica.
Ma non possiamo solo lamentarci e limitarci a constatare che questa Governance non è in grado di avviare un autentico processo di rinnovamento, basato sulla trasparenza sostanziale e sulla partecipazione attiva del personale.
L’organizzazione siamo noi, il personale tecnico e amministrativo. Ognuno di noi deve recuperare momenti di incontro e discussione, condividere e pretendere informazioni a tutti i livelli dell’organizzazione, “occupare” gli organi di rappresentanza, partecipare alle assemblee della RSU (digitare codice 007 anche se fisicamente non ci spostiamo dall’ufficio).
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